TIPOLOGIE DI TELECAMERE

Le telecamere bullet

 

Le telecamere bullet (letteralmente “proiettile” in inglese) hanno forma allungata e sono caratterizzate dalla presenza di una staffa a gomito per il fissaggio a muro, che ne consente l’orientamento e l’installazione a tetto o a parete. A volte sono munite di un tegolino spiovente sulla parte superiore del corpo,

che protegge l’obiettivo da pioggia, polveri e fonti luminose dirette che potrebbero

ostacolare la corretta ripresa delle immagini per via dell’ abbagliamento.

 

Le telecamere dome

 

Le telecamere dome (in inglese “cupola”) hanno invece una caratteristica forma semisferica. Il loro obiettivo può essere orientato con facilità lungo gli assi orizzontale e verticale, e possono essere installate anche queste a tetto o parete. Talvolta l’obiettivo è protetto da una cupola trasparente che previene l’infiltrazione di polvere, acqua e salvaguarda da eventuali manomissioni. Entrambi i tipi di telecamera possono avere dimensioni ridotte. Ciononostante, le telecamere bullet vengono prevalentemente scelte per l’installazione in ambienti esterni, mentre le dome in ambienti interni, probabilmente per il design più discreto e ricercato. A parità di caratteristiche tecniche, la preferenza tra le une e le altre è quindi legata prevalentemente al fattore estetico.

 

Telecamere con focale fissa o variabile

 

Telecamere analogiche e digitali  IP POE, bullet , dome e PTZ , sono catalogabili anche in base alle caratteristiche dell’obiettivo e dei componenti ottici utilizzati. Insieme alla risoluzione delle telecamere e alla bontà del sensore ottico, ciò rappresenta la caratteristica tecnica più importante per definire la qualità della visione. Una corretta combinazione di ottica e risoluzione, funzionale alle esigenze di acquisizione, definisce l’intento di ripresa, che va dalla semplice osservazione, alla rivelazione, all’identificazione e persino al riconoscimento di persone. Tornando alle differenze di obiettivo, il tipo di ottica utilizzato nella telecamera determina l’ampiezza del campo visivo e il fattore d’ingrandimento. Una delle caratteristiche più importanti dell’ottica è la distanza focale o “focale”. Focali corte o lunghe modificano il campo visivo della telecamera. Senza addentrarci in tecnicismi, possiamo dire che focali corte (come 2,8 o 3,6 mm) hanno un angolo di visione più ampio; di conseguenza saranno inquadrati più elementi insieme, ognuno dei quali avrà singolarmente una risoluzione (un numero totale di pixel) limitata. Questo perché i pixel disponibili saranno suddivisi tra i numerosi elementi inquadrati. Viceversa una focale lunga (ad esempio di 12/13 mm) ha un angolo di visione meno ampio ma più ravvicinato. L’inquadratura è più stretta,

gli elementi inquadrati in numero minore ma una risoluzione maggiore

(tutti i pixel saranno dedicati a un’area di dimensioni inferiori).

L’effetto finale sarà quello dell’ingrandimento.

 

L’ottica di una telecamera può avere una focale fissa: riprende sempre con la stessa ampiezza e non è possibile modificare l’inquadratura. Oppure può essere a focale variabile, o “varifocale”: permette cioè di regolare con precisione, agendo su apposite viti e unicamente in fase d’installazione, l’ampiezza dell’inquadratura e di conseguenza il numero degli elementi in questa inclusi, insieme alla messa a fuoco.

 

Telecamere con ottica motorizzata

 

Nate dall’esigenza di cambiare l’ampiezza dell’inquadratura in tempo reale, le telecamere con ottica motorizzata coniugano la versatilità delle varifocali con la comodità del controllo remoto.

Non presentano infatti viti o regolatori per impostare lo zoom e la messa a fuoco, ma è sufficiente agire da remoto, variando la focale dalle impostazioni del registratore, da app per smartphone o, se necessario, agendo sul joystick posizionato sul cavo della stessa telecamera. Solitamente dispongono di autofocus per ottenere sempre immagini nitide. Sono utilizzate quando vi è necessità di passare frequentemente da una visione a campo ampio all’ingrandimento di una porzione d’immagine (pensiamo ad esempio all’ingresso di un’abitazione).

 

Telecamere PTZ

 

Le telecamere PTZ dispongono di un livello ulteriore di personalizzazione dell’inquadratura da remoto, rispetto alle sopra menzionate telecamere varifocali motorizzate. Hanno al loro interno motorini elettrici, cinghie e ingranaggi che consentono movimenti orizzontali (Pan) e verticali (Tilt) dell’obiettivo, oltre che di apertura della visuale (Zoom) e messa a fuoco automatica. Dalle iniziali di questi tre termini, la definizione “PTZ” che identifica questo tipo di telecamere. Come già detto le telecamere PTZ sono governabili da remoto e, tendenzialmente, possono essere programmate per eseguire delle ronde (o tour). Cioè, da apposito menu, è possibile configurare la singola telecamera in modo che si sposti ciclicamente tra più inquadrature (combinazioni di direzione orizzontale, verticale e zoom dell’obiettivo). In molti casi è possibile programmare anche velocità di movimento, tempi di spostamento e di sosta. Le telecamere PTZ, che al giorno d’oggi sono tutte IP, se munite di IA (Intelligenza Artificiale) possono anche eseguire funzioni specifiche come ad esempio il monitoraggio/tracciamento della figura umana (di fatto l’obiettivo riconosce e “insegue” il soggetto inquadrato).Visione notturna, telecamere Starlight e Full Color.

La gran parte delle telecamere di videosorveglianza oggigiorno sono munite di almeno un sistema

per riprendere anche in condizioni di luminosità scarsa o assente.

 

Le telecamere a infrarossi

 

Il modo più comune (nonché economico) di ottenere immagini qualitativamente migliori in ambienti con bassa luminosità è far rilevare alla telecamera, insieme alla luce visibile, lunghezze d’onda corrispondenti al vicino infrarosso (IR). Queste sono invisibili all’occhio umano ma capaci di restituire attraverso la telecamera immagini chiare anche di notte. Ciò si ottiene illuminando l’ambiente con luce IR generata da LED infrarossi, il più delle volte integrati attorno alla lente esterna della telecamera, che si attivano in condizioni di bassa luminosità grazie a un sensore dedicato. Dal momento che la luce IR sommata alla luce naturale distorcerebbe i colori del video raggiungendo il sensore della telecamera, nell’ottica è presente un filtro meccanico che, in condizioni di luce ottimale, blocca i raggi IR. Invece in condizioni di bassa luminosità (cioè quando si attivano i LED infrarossi) il filtro si apre esponendo il sensore all’insieme della (poca) luce visibile sommata al vicino infrarosso, dalla cui unione sono generate immagini luminose e contrastate. Queste ultime sono però in bianco e nero, compensando l’incapacità dell’occhio umano di vedere la luce IR. Gli occhi dell’uomo infatti distinguono tra bianco e nero molto meglio di quanto fanno con altri colori, per esempio il rosso o il blu. Una curiosità: i LED IR, producendo una luce molto vicina alle lunghezze d’onda della luce visibile,

restituiscono all’occhio umano una debole luce rossa che può essere notata a occhio nudo.

 

Le telecamere Full Color

 

Le telecamere “Full Color”, di recente diffusione, non hanno LED a infrarossi ma a luce bianca. Questi provvedono all’illuminazione della zona inquadrata e restituiscono un’immagine a colori anche di notte.

In pratica funzionano come dei tradizionali faretti che illuminano l’ambiente quando la luminosità è scarsa.

 

Le telecamere Starlight

 

Più elaborata è la tecnologia di cui sono munite le telecamere Starlight. Queste riescono a intercettare anche una minima fonte di luce naturale (proprio come la “luce delle stelle”, da cui trae il nome) in modo impensabile per l’occhio umano. Restituisce quindi immagini a colori anche in condizioni di luminosità scarsa o quasi del tutto assente. Questo risultato è reso possibile da una serie di accorgimenti, tra cui sensori con apertura più ampia, più sensibili, in grado di intercettare più fotoni (più luce), riduzione della velocità dell’otturatore e soppressione del rumore. La notte e in esterno, in condizioni di luminosità particolarmente bassa, può bastare la sola presenza di uno spicchio di luna per ottenere una visione notturna nitida e a colori, paragonabile a quella diurna. La presenza di altre fonti luminose, come ad esempio lampioni stradali o faretti da giardino,

contribuiscono all’ottenimento di immagini ancora migliori.

 

La presenza di un sensore Starlight (come quello proprietario di Sony, nominato STARVIS) non esclude la presenza di LED infrarossi a bordo della telecamera. Sarà la stessa a stabilire, in base alla luminosità, se accendere i LED IR, disattivare il filtro meccanico, consentire al sensore l’accesso delle frequenze di luce infrarossa e restituire, anche in questo caso, immagini in bianco e nero ancora più contrastate e dettagliate di quelle ottenute dalle normali telecamere senza tecnologia Starlight (perché il sensore d’immagine è comunque più sensibile). Intervenendo sulla configurazione sarà possibile forzare l’attivazione dell’infrarosso.

 

Telecamere fisheye

 

Concludiamo la nostra carrellata iniziando a parlare di tipologie di telecamere “particolari”, per via delle caratteristiche uniche che le contraddistinguono. Le telecamere fisheye (a “occhio di pesce”, dall’inglese) nascono con lo scopo di riprendere un ambiente nella propria interezza e offrire

quindi un campo visivo totalmente inclusivo.

La loro ottica dispone di una focale, fissa e particolarmente ridotta,

che consente di ottenere una inquadratura a 360 gradi.

Se installata a soffitto, indicativamente al centro di una stanza, consente di visualizzarne tutto il perimetro e gli angoli, con una caratteristica prospettiva dall’alto che, data la forte distorsione grandangolare,

potrebbe rendere la visualizzazione non proprio intuitiva.